Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale
Garzanti Libri, traduzione di S. Minucci
Samuel P. Huntington è l’uomo che, in anni recenti, ha riclassificato il mondo. Consigliere di Carter e direttore dell’Istituto di Politica Internazionale di Harvard, Huntington divide il mondo in nove civilizzazioni: Occidentale, Slava (o Ortodossa), Islamica, Africana, Latina, Cinese, Indu, Buddhista e Giapponese.
Naturalmente il suo pensiero è profondamente influenzato dalle grandi divisioni religiose e presenta molti problemi di assestamento. Non in tutte le aree del mondo questa coscienza è chiara e forte; la classificazione presenta problemi regionali consistenti, come, per esempio, la presenza di Israele in Medio Oriente.
Già allora, nel 1993, Huntington sosteneva che i confini tra Occidente e Islam si sarebbero rapidamente insanguinati; ma il problema non è tanto il riaccendersi di questa storica contesa, che va avanti dall’anno Mille e con cui siamo abituati a convivere con alti e bassi; il punto più grande e profondo è che c’è un attacco vasto e articolato contro il modo di vivere “irresponsabile” delle società avanzate e dell’Occidente che prende due forme: la competizione e l’aggressione.
Sul primo binario si muovono la Cina e la Russia; sul secondo il Medio Oriente, l’Africa e l’America del Sud. Si tratta di una critica aperta ai nostri privilegi da parte di società che non riescono a trovare ordine e sviluppo e danno la colpa a noi di questa tragica evenienza. Le nostre colpe sono infinite ma non possono essere perenni. Con questo lavoro lo studioso americano, che è sin troppo facile liquidare come un conservatore, mette in primo piano una entità diversa dagli Stati di antico regime, ovvero il tema delle culture profonde o delle civilizzazioni.
“La mia ipotesi – scrive – è che la fonte di conflitto fondamentale nel nuovo mondo in cui viviamo non sarà sostanzialmente né ideologica né economica. Le grandi divisioni dell’umanità e la fonte di conflitto principale saranno legata alla cultura. Gli Stati nazionali rimarranno gli attori principali nel contesto mondiale, ma i conflitti più importanti avranno luogo tra nazioni e gruppi di diverse civiltà. Lo scontro di civiltà dominerà la politica mondiale. Le linee di faglia tra le civiltà saranno le linee sulle quali si consumeranno le battaglie del futuro. Nella storia di conflitti ideologici e di classe la questione chiave era “con chi stai?”, oggi, nei conflitti di civiltà la questione chiave diventa “chi sei?”. Sono parole che dobbiamo imparare a considerare, sono un pezzo di verità del nostro tempo.
