Successo per la Summer school “Made in Italy/Made by Italics”
Ticino Live
Isola di San Servolo, settembre 2018. La Summer School “Made in Italy / Made by Italics”, realizzata grazie alla cooperazione tra il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Milano e la Schola Italica, si sta avviando con successo alla conclusione, con le relazioni di importanti personalità, esponenti dell’italicità nel mondo. Ticinolive ha intervistato il Professor Davide Cadeddu, direttore scientifico della Summer School, e il Dottor Rodrigo Rodriquez, amministratore delegato di Schola Italica.
Schola Italica e Dipartimento degli studi storici. Una collaborazione che si sta rivelando molto fruttifera: quando e come è nata?
Rodriquez: «Schola Italica, nell’ambito del progetto Italici, che prende le mosse dal piccolo e denso libro “Svegliamoci Italici!” di Piero Bassetti, mira a elaborare e attuare modelli di formazione per la promozione della civilizzazione italica nel mondo. L’intento è di creare una sintesi fra formazione umanistica e professionale che consenta ai partecipanti di acquisire il bagaglio conoscitivo dell’italicità, spendibile nelle diverse attività professionali.
La prima iniziativa è questa Summer School, concepita e proposta dal Prof. Davide Cadeddu, che non si rivolge specificamente a portatori di certe competenze, ma a persone interessate al tema.
Il fatto poi che grazie al Prof. Cadeddu essa sia nata come collaborazione con un’istituzione autorevole, come il Dipartimento di studi storici dell’Università degli Studi di Milano, ci gratifica. Inoltre, essa costituisce un unicum, per l’alto livello dei docenti, il metodo didattico usato, prevalentemente interattivo, e la particolarità del messaggio, che esprime la volontà di diffondere un concetto nuovo e ambizioso».
Cadeddu: «La collaborazione tra il Dipartimento degli studi storici e Schola Italica nasce per la comune attenzione al problema delle identità. Schola italica si prefigge di riflettere sull’identità italica del mondo e l’identità si fonda su caratteri che sono eminentemente storici. Potremmo dire che l’identità è storia nelle relazioni, e la storia genera identità. Nel momento in cui si parla di identità, si parla di storia, nel nostro caso specifico non solo d’Italia, ma anche dell’influenza della cultura italiana nel mondo».
Professor Cadeddu, come può la storia rapportarsi all’Italia del presente e soprattutto del futuro? Cosa possiamo tenere del passato in relazione a un futuro prossimo?
Cadeddu: «Il passato può essere vivo, così come può essere morto. Il passato acquista vita nel momento in cui è narrato e lo è in varie forme, che potremmo definire, lato sensu, tutte storiografiche, siano esse orali o scritte. Noi siamo fatti di storia e quindi, necessariamente, nel momento in cui, consapevolmente o inconsapevolmente, progettiamo il futuro, attingiamo al bagaglio del nostro passato, sia come individui sia come collettività. L’esperienza che contraddistingue ogni individuo e connota ogni dialogo che l’individuo realizza con il proprio prossimo, raccontandogli ciò che ha fatto o ciò che vorrebbe realizzare, può corrispondere in certi termini alla riflessione che, a livello invece di comunità culturale, viene realizzata pubblicamente attraverso le opere storiografiche.
Dottor Rodriquez, Schola Italica ha un nome latino e palatino carolingio e un epiteto latino, addirittura virgiliano. Come si rapporta la classicità nella vostra iniziativa di istruzione?
Rodriquez: «Più che di classicità parlerei di umanesimo, il momento in cui il rinascimento italiano ha messo al centro i valori immateriali della persona.
Schola Italica è collegata a un concetto non immediatamente comprensibile, che è quello appunto dell’identità italica, che si sostanzia nell’italian way of life.
E per collegare chi è portatore quella identità, di quella “civilizzazione”, stiamo realizzando una piattaforma digitale, l’Italic Net, che si propone di mettere in rete tutte le realtà, persone e istituzioni, indipendentemente da dove si trovano e dal loro passaporto, per arrivare a porre una comunicazione permanente – che già costituisce un elemento di circolazione dei valori dell’italicità –, ma anche per dar luogo a collegamenti tra esperienze diverse e rapporti commerciali.
Prendo come esempio un’esperienza di circa 10 anni fa: Piero Bassetti aveva già inviato il suo messaggio, quando il presidente della Camera di Commercio di Caracas ebbe l’idea di tentare di fare un collegamento fra tutte le persone viventi in Sud America che parlavano italiano. L’idea di partenza fu una newsletter e una mailing list che egli riuscì a costruire coinvolgendo le altre Camere di Commercio e le Ambasciate italiane. Nel giro di pochi anni nacquero così una serie di collaborazioni prevalentemente commerciali fra italici di paesi ispanofoni».
La summer school sta avendo un notevole successo, anche grazie alla varietà degli interventi. Come definireste questa esperienza in un motto?
Rodriquez: «Venezia come punto di riferimento mondiale dell’Italicità».
Cadeddu: «Riflessione politica attraverso la bellezza».